Anarchia e amore, libertà e azione

iniziative novembre 18

Oggi più che mai stiamo assistendo al radicale cambiamento della società che ci circonda. La mano del capitalismo continua a reprimere coloro che nelle piazze gridano e si ribellano alla sua violenza sistemica. Crea nemici ad arte, diffonde paura e odio razziale, falsando la realtà e fomentando senza sosta una guerra fra poveri utile solo a mantenere i privilegi dei “bravi cittadini”.
Il mercato continua a divorare il mondo del lavoro, offuscando il futuro e sostituendolo con deleterie illusioni preconfezionate. Il sistema capitalista si ciba di risorse primarie, morde alla giugulare la natura affinché dia i frutti necessari per nutrirlo, violenta le terre e lascia morire individui che, costretti a fuggire, cercano rifugio in luoghi su cui altri ostentano ancora PROPRIETÀ.
Si aprono i sarcofaghi e, alla luce del sole, la puzza di vecchi e nuovi fascismi riempie le città. Sono porti chiusi, confini militarizzati, libertà sempre più limitate e controllo sociale. Sono signori con l’hashtag in bella vista e la bava alla bocca che pretendono rispetto per le loro guardie e i loro militari, quando queste divorano la vita di uomini e donne, lasciando a terra nuovi morti di Stato.
La democrazia vacilla in tutto il vecchio continente. Rigurgiti sovranisti e nazionalismi sempre più dispotici stringono la gola come un cappio, rendendoci di fatto agiati prigionieri nelle nostre case. Celle ricche di comfort e apparente divertimento, dove vengono somministrate razioni di penthotal travestite da invitanti rapporti sociali elettronici. Tolgono l’idea di un’alternativa concreta, ne creano una a portata di click. Ognuno nel suo cubicolo, ognuno a soddisfare necessità imposte e adeguatamente profilate sulle nostre pulsioni.
Stiamo assistendo all’inesorabile involuzione dell’individuo, le schiene si piegano su tastiere e schermi tattili, perpetrando le medesime dinamiche di sfruttamento della fabbrica.
Di fronte a questo quadro, non si può più parlare in maniera vittimistica di repressione, ma di una vera e propria aggressione, portata avanti in modo sistematico contro l’essere umano e la sua libertà.
Una libertà primordiale che rivendica la possibilità di decidere del proprio corpo e della propria vita al netto del genere, del colore della pelle e della provenienza.
Con videosorveglianza e social-media, arresti e manganelli, annunci di false invasioni e unità nazionali, il potere ha portato all’atrofizzazione dell’idea che un sistema libero e privo di dominio politico e religioso sia possibile.
Davvero volete continuare ad accettare e a perpetrare questo sistema che sfrutta mente e corpo e ci mette gli uni contro gli altri? Questo sistema, che ingabbia la prospettiva di un futuro diverso semplicemente traslando le regole del più violento capitalismo in un mondo virtuale, che specula sul lavoro gratuito permettendoci di esprimere la nostra disapprovazione verso razzismo o sessismo solo attraverso un’itterica faccina che ride o che piange?
C’è ancora qualcuno che a questo sistema violento si oppone senza volersi sostituire, limitandosi a rivendicare la propria libertà di individuo. Il pensiero anarchico, a differenza delle fallite ideologie che hanno attraversato il Novecento, è vivo e non si arrende.
Noi un alternativa la conosciamo si chiama ANARCHIA.

Tutti i sabati il Bonometti è aperto dalle 16 alle 18

Domenica 11 Novembre, ore 18
Sorveglianza e restrizione delle libertà

Dibattito su sorveglianza e controllo, restrizione delle libertà, sistemi e modalità di sorveglianza.
A seguire buffet e proiezione di NOTHING TO HIDE

Domenica 25 Novembre, ore 18
Corso di autodifesa digitale a cura del collettivo Tracciabili

Anonimato e utilizzo consapevole della rete, strumenti di autodifesa digitale
A seguire buffet e proiezione di CITIZENFOUR

Sabato 15 Settembre – Aperitivo di autofinanziamento

Sabato 15 Settembre, ore 19:30, aperitivo di autofinanziamento

fra grandi opere inutili, ponti che crollano, guerre imperialiste, territori sempre più inquinati, acque che uccidono, sfruttamento sul lavoro e fascisti che scatenano guerre fra poveri utili ai padroni…
noi ci ostiniamo a proporre una vita di segno opposto fatta di solidarietà e lotta contro i soprusi, di libertà e azione, di amore e anarchia. Sabato 15 Settembre, ore 19:30, aperitivo di autofinanziamento

Fino a quando esisterà miseria ci sarà ribellione

Sabato 30 Giugno 2018, ore 19 – Circolo Anarchico Bonometti

Fino a quando esisterà miseria ci sarà ribellione: Dalla situazione cilena a quella della zad, contro la sistematica repressione

Caso Security: Aggiornamenti sulla situazione di Juan Aliste in attesta delle cure mediche, di Marcelo Villarroel contro le sentenze militari di Pinochet e di Freddy Fuentevilla liberato dal carcere di alta sicurezza di Santiago del Cile con obbligo di firma.

Sulla sistematica militarizzazione delle Zad. Dalla reclusione coatta agli omicidi di stato passando per le mutilazioni di chi si oppone alla repressione di stato e capitale.
Una panoramica su quei luoghi dalla cui resistenza dipende la liberazione della terra e di ogni vivente.

Con i compagn* di:
Rete Internazionalista solidarietà prigionier* politic* e Earth Riot.

Durante la serata aperitivo vegan benefit prigionier* e materiale informativo per approfondire gli argomenti che verranno trattati.

Festa Stonata

Sabato 23 Giugno 2018, dalle 19 – Benefit Circolo Anarchico Bonometti

Sabato 23 Giugno 2018, dalle 19 - Festa Stonata - Benefit Circolo Anarchico Bonometti

Questa non è una festa(Il tradimento delle immagini)

Quando esploriamo il significato dietro alla parola festa ci addentriamo in una zona di confine e ci troviamo costretti a fare i conti con la sua natura ambivalente:
Se da un lato la festa e il far festa rappresentano un rito collettivo di incontro e di condivisione che si lega alle caratteristiche sociali dell’umano, alle sue origini ancestrali e che è improntato alla celebrazione di un evento importante (es. una nascita, un raccolto, la fine e l’inizio di un ciclo naturale o politico); Dall’altro possono rappresentare una forma di consolidamento del potere, che cerca di fissare e di far perdurare nel tempo (con l’istituzione di ricorrenze) credenze, valori e regole sociali.
Ogni regime totalitario ha cercato di istituire subito delle nuove feste che potessero contribuire a trasformare la cultura popolare, attraverso l’imposizione e la ripetizione di modelli, schemi e costumi.

La conquista dello spazio nel tempo del potere

Negli ultimi anni abbiamo visto nascere una infinità di nuove “feste” create ad arte all’interno dello spazio urbano che, attraverso la celebrazione consumistica di valori pseudo-culturali, hanno una funzione pacificatrice e di omologazione dell’individuo.
Le notti bianche e via dicendo sono sempre le stesse, che vengano fatte a Berlino, a Brescia o a Catania, e le persone sono spinte a comportarsi in maniera sempre più simile, ovunque.
Perfino le feste patronali sono ormai quasi esclusivamente vissute come una passeggiata tra bancarelle. Bancarelle tutte uguali che vendono le stesse cose dappertutto.
La dimensione collettiva viene esasperata a grande evento di massa. La concentrazione di tutta questa umanità dis-orientata e impaurita serve anche a legittimare una crescente securizzazione della città.
In uno spazio ben delimitato, spezzettato, gerarchizzato e controllato, l’utente sarà d’ora in avanti spinto a comportarsi come un consumatore e uno spettatore, ma anche come un attore di simulazioni festive nell’ambito di “eventi” programmati dalle autorità.
Nuovi concetti come “marketing urbano” o “rigenerazione urbana partecipata” (dove per partecipazione si intende la collaborazione tra enti pubblici e privati) vanno affermandosi e non sono altro che la continuazione e l’aggiornamento di strategie di controllo del territorio che hanno portato ad una disumanizzazione della società: non più persone ma flussi da gestire, risorse da sfruttare.
Questo bisogno di creare eventi festosi di massa si accompagna ad una drastica limitazione delle libertà individuali e ad una sempre più crescente militarizzazione della città nonché all’esclusione dei soggetti ritenuti non idonei, come le recenti “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città” che hanno introdotto il provvedimento conosciuto come daspo urbano.
Tutto ciò che normalmente viene represso e punito, in queste “feste” trova spazio, viene tollerato e incentivato: chi al giorno d’oggi si azzarda a suonare per strada senza autorizzazione viene fatto desistere con l’intimidazione o con multe e sequestro degli strumenti. Le stesse istituzioni fortemente repressive concedono per un giorno di suonare, addirittura da un palco (ma senza compenso), alle stesse persone cui per il resto dell’anno non è permesso alcuno spazio.

Che cos’è una società disneylandizzata? Si può definire in questi termini qualunque società in cui i padroni sono i padroni delle attrazioni, e gli schiavi gli spettatori o gli attori di queste.

Una Festa Stonata

Con questa festa stonata vogliamo rimarcare quella che per noi è la vera essenza della festa e cioè un punto di rottura e discontinuità con il presente e con l’autorità, un’azione liberatoria. Un nuovo inizio…

IL 2 GIUGNO NON C’E’ NIENTE DA FESTEGGIARE

Sabato 2 Giugno ore 19 Aperitivo solidarietà’ Antimilitarista
Il due Giugno non c'è niente da festeggiare

Sabato 2 Giugno ore 19 – Aperitivo di Solidarietà Antimilitarista

Presso il Circolo Anarchico Bonometti – Vicolo Borgondio 6 – Brescia

La festa della Repubblica commemora il referendum che nel 1946 cancellò la monarchia a favore di un governo repubblicano.
E così, ogni anno, il mesto spettacolo si ripete.
La decisione popolare si festeggia a suon di fanfare, parate militari e ossequi all’altare della patria.
Il potere non perde occasione per celebrare il braccio armato dello stato arrivando a spendere circa 19 milioni di euro tra il 2010 e 2017. Mentre i politici dai loro palazzi chiedono sacrifici, la Repubblica che “ripudia la guerra“ spenderà, nel 2018, 25 miliardi di euro solo per le spese militari (dati mil€x).
Dagli F35, aerei da guerra costati 150 milioni l’uno e da poco consegnati all’aviazione ma già considerati un fallimento, alle spese per le missioni all’estero, il sostegno dei progetti di sicurezza europea e del patto atlantico (NATO), il mantenimento delle testate nucleari USA in Italia e il finanziamento della base a Gibuti dedicata ad Amedeo Guillet, ufficiale fascista che prese parte nei ruoli di comando delle sanguinose campagne d’Africa e di Spagna al fianco di Franco.
Tutto questo e molto altro a discapito di ospedali, scuole e servizi di base che ad ogni singhiozzo legislativo vengono tagliati e macinati a favore di nuovi armamenti.
La spesa militare è sempre sporca di sangue, quello è il suo ruolo!
Qualcuno potrà affermare, credendo alla storia dei carriarmati di marzapane, che l’Italia non ha un ruolo da protagonista negli oltre 50 conflitti attualmente in corso nel mondo, ma si sbaglia.
Chi non si oppone è complice anche se non è il suo il dito che preme il grilletto poiché lo stato italiano è epicentro logistico della NATO nei conflitti dell’area mediterranea.
Noi non festeggiamo la Repubblica, sistema ipocrita che vorremmo vedere abbattuto, approfittiamo del 2 giugno per organizzare un aperitivo antimilitarista e anarchico per condividere un piatto di cibo e un bicchiere di vino.

Pace agli oppressi e guerra agli oppressori