
Pranzo benefit circolo anarchico bonometti. Domenica 21 Ottobre, ore 13

Pranzo benefit circolo anarchico bonometti. Domenica 21 Ottobre, ore 13

Sabato 13 Ottobre 2018, ore 17, piazza Vittoria(Bs): Presidio solidale con la resistenza di Hambach per la liberazione della terra e giustizia climatica.

Sabato 6 Ottobre, dalle ore 19, mostra e proiezione del reportage: Il costo umano dei pesticidi, Pablo Ernesto Piovano, 2015. Apericena benefit, materiale informativo e dibattito sul tema dell’agrobusiness a cura di Earthriot.
earthriot.altervista.org

fra grandi opere inutili, ponti che crollano, guerre imperialiste, territori sempre più inquinati, acque che uccidono, sfruttamento sul lavoro e fascisti che scatenano guerre fra poveri utili ai padroni…
noi ci ostiniamo a proporre una vita di segno opposto fatta di solidarietà e lotta contro i soprusi, di libertà e azione, di amore e anarchia. Sabato 15 Settembre, ore 19:30, aperitivo di autofinanziamento

Caso Security: Aggiornamenti sulla situazione di Juan Aliste in attesta delle cure mediche, di Marcelo Villarroel contro le sentenze militari di Pinochet e di Freddy Fuentevilla liberato dal carcere di alta sicurezza di Santiago del Cile con obbligo di firma.
Sulla sistematica militarizzazione delle Zad. Dalla reclusione coatta agli omicidi di stato passando per le mutilazioni di chi si oppone alla repressione di stato e capitale.
Una panoramica su quei luoghi dalla cui resistenza dipende la liberazione della terra e di ogni vivente.
Con i compagn* di:
Rete Internazionalista solidarietà prigionier* politic* e Earth Riot.
Durante la serata aperitivo vegan benefit prigionier* e materiale informativo per approfondire gli argomenti che verranno trattati.

Quando esploriamo il significato dietro alla parola festa ci addentriamo in una zona di confine e ci troviamo costretti a fare i conti con la sua natura ambivalente:
Se da un lato la festa e il far festa rappresentano un rito collettivo di incontro e di condivisione che si lega alle caratteristiche sociali dell’umano, alle sue origini ancestrali e che è improntato alla celebrazione di un evento importante (es. una nascita, un raccolto, la fine e l’inizio di un ciclo naturale o politico); Dall’altro possono rappresentare una forma di consolidamento del potere, che cerca di fissare e di far perdurare nel tempo (con l’istituzione di ricorrenze) credenze, valori e regole sociali.
Ogni regime totalitario ha cercato di istituire subito delle nuove feste che potessero contribuire a trasformare la cultura popolare, attraverso l’imposizione e la ripetizione di modelli, schemi e costumi.
Negli ultimi anni abbiamo visto nascere una infinità di nuove “feste” create ad arte all’interno dello spazio urbano che, attraverso la celebrazione consumistica di valori pseudo-culturali, hanno una funzione pacificatrice e di omologazione dell’individuo.
Le notti bianche e via dicendo sono sempre le stesse, che vengano fatte a Berlino, a Brescia o a Catania, e le persone sono spinte a comportarsi in maniera sempre più simile, ovunque.
Perfino le feste patronali sono ormai quasi esclusivamente vissute come una passeggiata tra bancarelle. Bancarelle tutte uguali che vendono le stesse cose dappertutto.
La dimensione collettiva viene esasperata a grande evento di massa. La concentrazione di tutta questa umanità dis-orientata e impaurita serve anche a legittimare una crescente securizzazione della città.
In uno spazio ben delimitato, spezzettato, gerarchizzato e controllato, l’utente sarà d’ora in avanti spinto a comportarsi come un consumatore e uno spettatore, ma anche come un attore di simulazioni festive nell’ambito di “eventi” programmati dalle autorità.
Nuovi concetti come “marketing urbano” o “rigenerazione urbana partecipata” (dove per partecipazione si intende la collaborazione tra enti pubblici e privati) vanno affermandosi e non sono altro che la continuazione e l’aggiornamento di strategie di controllo del territorio che hanno portato ad una disumanizzazione della società: non più persone ma flussi da gestire, risorse da sfruttare.
Questo bisogno di creare eventi festosi di massa si accompagna ad una drastica limitazione delle libertà individuali e ad una sempre più crescente militarizzazione della città nonché all’esclusione dei soggetti ritenuti non idonei, come le recenti “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città” che hanno introdotto il provvedimento conosciuto come daspo urbano.
Tutto ciò che normalmente viene represso e punito, in queste “feste” trova spazio, viene tollerato e incentivato: chi al giorno d’oggi si azzarda a suonare per strada senza autorizzazione viene fatto desistere con l’intimidazione o con multe e sequestro degli strumenti. Le stesse istituzioni fortemente repressive concedono per un giorno di suonare, addirittura da un palco (ma senza compenso), alle stesse persone cui per il resto dell’anno non è permesso alcuno spazio.
Che cos’è una società disneylandizzata? Si può definire in questi termini qualunque società in cui i padroni sono i padroni delle attrazioni, e gli schiavi gli spettatori o gli attori di queste.
Con questa festa stonata vogliamo rimarcare quella che per noi è la vera essenza della festa e cioè un punto di rottura e discontinuità con il presente e con l’autorità, un’azione liberatoria. Un nuovo inizio…


Presso il Circolo Anarchico Bonometti – Vicolo Borgondio 6 – Brescia
La festa della Repubblica commemora il referendum che nel 1946 cancellò la monarchia a favore di un governo repubblicano.
E così, ogni anno, il mesto spettacolo si ripete.
La decisione popolare si festeggia a suon di fanfare, parate militari e ossequi all’altare della patria.
Il potere non perde occasione per celebrare il braccio armato dello stato arrivando a spendere circa 19 milioni di euro tra il 2010 e 2017. Mentre i politici dai loro palazzi chiedono sacrifici, la Repubblica che “ripudia la guerra“ spenderà, nel 2018, 25 miliardi di euro solo per le spese militari (dati mil€x).
Dagli F35, aerei da guerra costati 150 milioni l’uno e da poco consegnati all’aviazione ma già considerati un fallimento, alle spese per le missioni all’estero, il sostegno dei progetti di sicurezza europea e del patto atlantico (NATO), il mantenimento delle testate nucleari USA in Italia e il finanziamento della base a Gibuti dedicata ad Amedeo Guillet, ufficiale fascista che prese parte nei ruoli di comando delle sanguinose campagne d’Africa e di Spagna al fianco di Franco.
Tutto questo e molto altro a discapito di ospedali, scuole e servizi di base che ad ogni singhiozzo legislativo vengono tagliati e macinati a favore di nuovi armamenti.
La spesa militare è sempre sporca di sangue, quello è il suo ruolo!
Qualcuno potrà affermare, credendo alla storia dei carriarmati di marzapane, che l’Italia non ha un ruolo da protagonista negli oltre 50 conflitti attualmente in corso nel mondo, ma si sbaglia.
Chi non si oppone è complice anche se non è il suo il dito che preme il grilletto poiché lo stato italiano è epicentro logistico della NATO nei conflitti dell’area mediterranea.
Noi non festeggiamo la Repubblica, sistema ipocrita che vorremmo vedere abbattuto, approfittiamo del 2 giugno per organizzare un aperitivo antimilitarista e anarchico per condividere un piatto di cibo e un bicchiere di vino.

Una delle più antiche foreste di Germania e d’Europa.
Un ecosistema variegato casa di numerosi viventi tra cui cervi, cinghiali, pipistrelli e persone.
Dal 1978 convertita nella più grande miniera a cielo aperto d’Europa per l’estrazione di carbone: al posto della foresta un buca profonda 500 metri.
Ma dal 2012 teatro di una delle resistenze simbolo della lotta per la Liberazione della Terra!
per informazioni: circoloanarchicobonometti@autistici.org – info@earthriot.org

Niente materie, niente compiti, niente banchi: chi cresce libero morirà schiavo come noi?
Selva – Educazione libertaria in Valle Camonica
“Figli della libertà”
Incontro/dibattito con due operatori della Scuola Libertaria di Valle Camonica
28 aprile 2018 ore 19.30
presso Circolo Anarchico Bonometti
vicolo Borgondio 6
quartiere Carmine di Brescia

In questi giorni il popolo palestinese lotta per ricordare la Nakbah, l’esodo palestinese del 1948.
Ancora una volta lo stato sionista reprime selvaggiamente le manifestazioni che reclamano la terra espropriata proprio da Israele 70 anni fa.
Insieme alla terra, lo stato sionista, si è impossessato delle risorse naturali e interrompe quotidianamente il flusso di elettricità e acqua potabile verso i territori palestinesi, riducendo così allo stato d’indigenza l’intera popolazione.
Davanti alle tante e continue ingiustizie, la sollevazione generalizzata è la risposta che un popolo ridotto allo stremo ha coraggiosamente messo in campo, opponendosi con i propri corpi all’avanzamento dell’occupazione della striscia di Gaza.
Lo stato di Israele risponde alle proteste in maniera violenta e criminale schierando cecchini con l’ordine di sparare a chiunque si avvicini al confine, arresti di massa anche di bambini e piogge di lacrimogeni.
I militari israeliani hanno, in due giorni, lasciato a terra decine di morti e causato migliaia di feriti fra i manifestanti, complimentandosi della strage fatta.
Davanti a questi avvenimenti non possiamo restare zitti ed inermi, occorre mobilitarsi per denunciare questo genocidio. E’ necessario mettere in campo iniziative a sostegno della resistenza attiva del popolo palestinese.