Festa Stonata

Sabato 23 Giugno 2018, dalle 19 – Benefit Circolo Anarchico Bonometti

Sabato 23 Giugno 2018, dalle 19 - Festa Stonata - Benefit Circolo Anarchico Bonometti

Questa non è una festa(Il tradimento delle immagini)

Quando esploriamo il significato dietro alla parola festa ci addentriamo in una zona di confine e ci troviamo costretti a fare i conti con la sua natura ambivalente:
Se da un lato la festa e il far festa rappresentano un rito collettivo di incontro e di condivisione che si lega alle caratteristiche sociali dell’umano, alle sue origini ancestrali e che è improntato alla celebrazione di un evento importante (es. una nascita, un raccolto, la fine e l’inizio di un ciclo naturale o politico); Dall’altro possono rappresentare una forma di consolidamento del potere, che cerca di fissare e di far perdurare nel tempo (con l’istituzione di ricorrenze) credenze, valori e regole sociali.
Ogni regime totalitario ha cercato di istituire subito delle nuove feste che potessero contribuire a trasformare la cultura popolare, attraverso l’imposizione e la ripetizione di modelli, schemi e costumi.

La conquista dello spazio nel tempo del potere

Negli ultimi anni abbiamo visto nascere una infinità di nuove “feste” create ad arte all’interno dello spazio urbano che, attraverso la celebrazione consumistica di valori pseudo-culturali, hanno una funzione pacificatrice e di omologazione dell’individuo.
Le notti bianche e via dicendo sono sempre le stesse, che vengano fatte a Berlino, a Brescia o a Catania, e le persone sono spinte a comportarsi in maniera sempre più simile, ovunque.
Perfino le feste patronali sono ormai quasi esclusivamente vissute come una passeggiata tra bancarelle. Bancarelle tutte uguali che vendono le stesse cose dappertutto.
La dimensione collettiva viene esasperata a grande evento di massa. La concentrazione di tutta questa umanità dis-orientata e impaurita serve anche a legittimare una crescente securizzazione della città.
In uno spazio ben delimitato, spezzettato, gerarchizzato e controllato, l’utente sarà d’ora in avanti spinto a comportarsi come un consumatore e uno spettatore, ma anche come un attore di simulazioni festive nell’ambito di “eventi” programmati dalle autorità.
Nuovi concetti come “marketing urbano” o “rigenerazione urbana partecipata” (dove per partecipazione si intende la collaborazione tra enti pubblici e privati) vanno affermandosi e non sono altro che la continuazione e l’aggiornamento di strategie di controllo del territorio che hanno portato ad una disumanizzazione della società: non più persone ma flussi da gestire, risorse da sfruttare.
Questo bisogno di creare eventi festosi di massa si accompagna ad una drastica limitazione delle libertà individuali e ad una sempre più crescente militarizzazione della città nonché all’esclusione dei soggetti ritenuti non idonei, come le recenti “Disposizioni urgenti in materia di sicurezza delle città” che hanno introdotto il provvedimento conosciuto come daspo urbano.
Tutto ciò che normalmente viene represso e punito, in queste “feste” trova spazio, viene tollerato e incentivato: chi al giorno d’oggi si azzarda a suonare per strada senza autorizzazione viene fatto desistere con l’intimidazione o con multe e sequestro degli strumenti. Le stesse istituzioni fortemente repressive concedono per un giorno di suonare, addirittura da un palco (ma senza compenso), alle stesse persone cui per il resto dell’anno non è permesso alcuno spazio.

Che cos’è una società disneylandizzata? Si può definire in questi termini qualunque società in cui i padroni sono i padroni delle attrazioni, e gli schiavi gli spettatori o gli attori di queste.

Una Festa Stonata

Con questa festa stonata vogliamo rimarcare quella che per noi è la vera essenza della festa e cioè un punto di rottura e discontinuità con il presente e con l’autorità, un’azione liberatoria. Un nuovo inizio…